La signora B. ci scrive: “In Internet vorrei pagare un servizio con bitcoin, ma sono un po'confusa. Questo mezzo di pagamento è consentito dalla legge?”

I bitcoin non sono un “mezzo di pagamento legale” nel senso stretto del termine. Un mezzo di pagamento legale è uno strumento per il quale, all'interno del territorio di uno Stato, posso insistere affinché l'altra parte contraente lo accetti come corrispettivo per merci o servizi.

Un esempio rende la questione più chiara. Un negozio dell’Alto Adige deve accettare un pagamento in euro; il proprietario può tuttavia rifiutarsi di incassare il prezzo in franchi svizzeri o, appunto, in bitcoin.

Ciò non significa però che i bitcoin siano “illegali”: se entrambe le parti contraenti accettano i bitcoin come mezzo di pagamento, una prestazione o una vendita può senz’altro essere saldata in bitcoin.

I bitcoin celano tuttavia dei rischi: nessuno Stato né alcuna Banca centrale garantiscono la solidità della “valuta”. Il valore si regola unicamente in base alla domanda e all’offerta, con un corrispondente rischio di perdita: se domani nessuno accettasse o acquistasse più bitcoin, il valore scenderebbe verso lo zero.

In sintesi, utilizzare i bitcoin nel breve periodo come mezzo di pagamento per importi di minore entità nasconde un rischio limitato e anche sostenibile. Come investimento, i bitcoin si meritano invece il titolo “altamente speculativi”, che per gli investitori prudenti si può tradurre con “starne alla larga”.